sabato 25 aprile 2015

La Risiera di San Sabba

Nel novembre 2014 ho visitato a Trieste la Risiera di San Sabba. Neanche adesso, a distanza di mesi, riesco a parlarne facilmente, tanto è stato il turbamento provato nel percorrere i corridoi e gli spazi aperti e chiusi di questo campo di sterminio, così forte la commozione, il dolore, l'indignazione per tutto il male che qui ha trovato dimora fino al 1945, con la complicità di tanti che si definivano italiani. Le foto sono state scattate nel corso di quella indimenticabile visita.

"La risiera costruita nel 1913 nel quartiere di San Sabba a Trieste dapprima divenne il Stalag 339 campo di prigionia per i militari italiani dopo l’8 settembre 1943 Poi divenne Polizeihaftlager Campo di detenzione di polizia, usato sia come campo di passaggio per gli ebrei da inviare poi allo sterminio in Germania e in Polonia (a Dachau, Auschwitz, Mauthausen), sia alla detenzione e eliminazione di ostaggi, militari, oppositori, politici partigiani, antifascisti, esponenti della resistenza italiana, slovena e croata.

Il campo di San Sabba ha questa sua peculiarità: è un campo di sterminio delle idee e del dissenso, non necessariamente legato alla follia della dottrina razziale nazista. Nelle celle si sono trovate migliaia di documenti d’identità, che sono stati prelevati dalle truppe jugoslave che per prime entrarono nella Risiera e furono portate a Lubiana, dove sono conservati ancora oggi presso l’Archivio della Repubblica di Slovenia.


Nel cortile interno della Risiera il forno crematorio, collaudato il 4 aprile 1944 dalle migliori intelligenze naziste che si erano contraddistinte nei lager di tutta l’Europa e che per un tragico destino si erano riunite qui a Trieste. Il forno fu fatto saltare con la dinamite dai nazisti in fuga alla fine dell’aprile 1945. 

il luogo dove era stato costruito il forno crematorio, poi distrutto






Nei resti del forno, la mazza, una mazza ferrata del tipo di quelle usate nel medioevo, che veniva usata per dare il colpo finale sulla nuca dell’internato prima di gettarlo alle fiamme, vivo o morto che fosse, oppure era usata per spezzare le ossa delle giunture e delle articolazioni o per torturarlo in altro modo, come solo la crudeltà dell’uomo sa concepire, al di là di ogni fantasia.I prigionieri che venivano uccisi non provenivano solo dal campo di San Sabba ma anche da altre carceri della città come il Coroneo, e, a volte, da fuori.
Ci sono rimaste le loro testimonianze, graffiate sui muri delle celle, e le lettere che esprimono quello che solo chi ha vissuto queste cose sulla propria pelle riesce ad esprimere. In particolare la lettera alla fidanzata del triestino Pino Robusti, prigioniero politico.







la lettera di Pino Robusti a Laura, nel museo della Risiera



Le esecuzioni avvenivano di notte, e i prigionieri dalle celle le sentivano anche se in quelle notti i motori dei camion andavano a pieno regime, e col rumore dei motori coprivano le urla di chi veniva ucciso. I prigionieri venivano gassati dai gas di scarico dei camion appositi, fucilati, o uccisi colla mazza ferrata. I sopravvissuti, che udivano questo dalle celle, hanno ricordi auditivi, non grida ma il rombo dei motori, le musiche ad altissimo volume, delle marce tedesche e di “Lilì Marlene” i latrati dei cani delle guardie, e poi il silenzio tragico della morte.



le celle dei prigionieri

L’odore acre della carne che bruciava nei forni riempiva l’aria e arrivava fino alle celle dei prigionieri.Ed il giorno dopo, persone che non esistevano più, solo mucchi di cenere che venivano sparsi nel mare dell’Adriatico. 



il monumento che alla Risiera ricorda la ciminiera del forno crematorio


Quante sono state le persone uccise allo interno della risiera di San Sabba? Circa 5000 persone, cristiani e atei appartenenti alla resistenza, alle file dei partigiani, oppositori e ostaggi. Qualcuno parla di cifre maggiori. Non vengono calcolate le migliaia di persone che qui vennero raccolte, (principalmente ebrei) e poi mandate a morire nei campi di sterminio in Germania e in Polonia (a Dachau, Auschwitz, Mauthausen) "

ceneri dei prigionieri deportati da Trieste in altri campi di sterminio

Solo nel 1965 lo Stato Italiano dichiara la Risiera di San Sabba monumento nazionale.
Se vi trovate a passare da Trieste, visitarla è un dovere civile

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